Nel libro I dell’Iliade si svolge la terribile contesa tra Achille, il più forte degli Achei, e Agamennone, il capo dell’esercito e fratello del re Menelao.

L’episodio scatena la famigerata ira del Pelide, su cui si basa tutto il poema. D’ora in poi Achille si chiuderà in un rancore così nero che preferirà rinunciare a combattere piuttosto che condividere il campo con il suo comandante.

Ma cos’è successo veramente? Com’è possibile che un semidio abituato a sangue, lotte e orrori se la prenda così tanto da ritirarsi dalla scena?

Proviamo a capirlo con l’aiuto di Tom Hardy, che per noi interpreterà sia Achille che Agamennone.

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Stanchezza e malattia

È il nono anno di guerra e gli eserciti sono stremati. Alla fatica si aggiunge la malattia: Apollo ha inflitto una terribile pestilenza agli Achei per vendicare il suo sacerdote Crise, umiliato e insultato da Agamennone. Quando infatti Crise lo aveva supplicato di liberare sua figlia Criseide diventata schiava del re acheo, quel buzzurro aveva risposto:

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Vale a dire: tua figlia starà con me fino alla morte, facendomi da serva e concubina. Proprio quello che un padre vorrebbe sentirsi dire, no? 

Il rimedio

Al nono giorno di pestilenza l’indovino Calcante rivela che l’unico modo per placare il dio è restituire la ragazza.

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La reazione

Come tutte le persone che non ammettono i propri sbagli, Agamennone s’arrabbia ancora di più e se la prende con Calcante che non c’entra nulla. 

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E come se non bastasse pretende un risarcimento per la perdita di Criseide (di cui fra l’altro non gli importa nulla).  Vuole essere ricompensato dai suoi uomini, a cui però la guerra ha già tolto tutto.

Achille, che già di suo è una testa calda, sbotta (I, vv 149-150):

Peaky Blinders, Tom Hardy

Quindi: Agamennone sei arrogante, assetato di soldi e stai tirando troppo la corda: va a finire che i tuoi soldati non ti ascoltano più. 

In fondo, ricorda l’eroe:

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Vale a dire: i Troiani non mi hanno fatto nulla e di questa guerra non me ne frega niente, ma ogni giorno noi soldati rischiamo la vita per far felici te e tuo fratello.

Il punto di non ritorno

Agamennone però non è uno che ama mettersi in discussione e la situazione degeneraVolano gli insulti e, a sfregio, Agamennone decide di prendersi Briseide, la ragazza di Achille (I, vv 184-187):

Bronson, clown, gif

 

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L’ira di Achille

A questo punto Achille non capisce più niente.

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Per un momento pensa pure di ammazzarlo, ma per fortuna interviene la dea Atena che lo convince a mettere giù la spada e a sfogarsi solo a parole.

Il giuramento

Furioso, Achille prende la più grande decisione della sua vita: non combatterà più.

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Per rendere più solenne la sua decisione, giura sullo scettro di Agamennone, simbolo di potere e giustizia.

Poi butta lo scettro a terra, dimostrando, con un gesto plateale, che Agamennone non merita il potere che ha.

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Niente da fare

Nestore, anziano e saggio, prova a mettere pace fra i due; sa che le lotte interne indeboliscono un esercito, ma ormai non c’è niente da fare. Agamennone e Achille sono fermi sulle loro posizioni.

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L’udienza si scioglie e Achille torna verso la sua tenda con Patroclo e un gruppo di amici fedeli.

Briseide

Più tardi arrivano gli scudieri di Agamennone a prendere Briseide. Patroclo l’accompagna fuori, ma la ragazza è triste e “malvolentieri andava con loro”.

Achille scoppia a piangere. E d’ora in poi non sarà più lo stesso.

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